Cenni storici

Cenni storici

La nascita di Brugine risale al periodo medioevale e trae origine dal sostantivo latino del suo toponimo “Brugum”, che significa “Borgo” ossia la chiave di lettura per descrivere la realtà del paese in quell’epoca; piccolo e modesto insediamento urbano dove la popolazione viveva di duro lavoro legato prevalentemente all’agricoltura ed alla pesca.

Il territorio era circondato da terre fertili e ricche di vegetazione con abbondanti corsi d’acqua, quali il Rettone e un ramo dell’attuale fiume Brenta noto come “Medoacus Minor” nei pressi dell’attuale unica frazione Campagnola. Qui in passato era situato un porto che rimase fiorente fino al 1142, anno in cui i Signori di Padova diedero inizio alle opere di sistemazione di fiumi deviandone artificialmente le acque e facendole confluire nel fiume Brenta. A testimonianza della presenza di questa idrovia restano i nomi di alcune località come Porto a Campagnola e Arzerini a Brugine. Sono anche presenti zone sabbiose nel sottosuolo e pozzi artesiani che hanno fornito acqua potabile alla popolazione quando non esisteva ancora l’acquedotto.

Oggi Brugine è bagnata da tre corsi d’acqua il Fiumicello, la Schilla e l’Altipiano utili per l’irrigazione delle coltivazioni.

Nel 1405 la Repubblica Veneta impose il suo dominio sul padovano e le campagne più redditizie, viste come un buon investimento, furono contese dal patrizio che comperò grandi estensioni di terreno costruendovi aziende agricole e fastose residenze.

La vita economica e sociale girava prevalentemente attorno a quattro grandi famiglie: i Frigimelica, i Lazara, i Roberti e i Buzzacarini, proprietari dell’omonimo palazzo che attualmente risulta essere la scuola materna di Campagnola. Queste famiglie erano le indiscusse padrone di vastissimi possedimenti terrieri, quindi avevano nelle loro mani oltre al governo del paese anche il destino della popolazione fatta principalmente di contadini fittavoli, i quali vivevano in condizioni misere e talvolta di stenti.

La situazione per i Bruginesi non migliorò né con il crollo dell Repubblica Serenissima, né con l’arrivo di Napoleone, né con il governo Austriaco e né tanto meno con l’acquisizione del Veneto al Regno d’Italia nel 1866.

I due conflitti mondiali portarono ulteriore sofferenza e povertà, affrontate con grande umiltà e dignità dalla popolazione. Fra i tanti cittadini che si distinsero con eroismo ed abnegazione, durante il periodo buio della seconda guerra mondiale, non va dimenticato il diciannovenne Giuseppe Caron ucciso dai tedeschi a Strà il 29 aprile 1945 ed al quale è intitolata la scuola media di Brugine.

Progresso e sviluppo economico hanno avuto inizio solo nel dopoguerra quando le terre furono frazionate in appezzamenti di terreno coltivati direttamente dai contadini, non più alle dipendenze dei padroni, che nel frattempo ne avevano acquisito la proprietà. Vi fu anche uno sviluppo urbanistico e nel paese iniziarono a sorgere edifici pubblici, monumenti, scuole, impianti sportivi, centri culturali e venne ampliata e modernizzata la rete viaria.

Brugine oggi è un ricco paese che armonizza insieme la tradizione agreste, condotta con moderne tecnologie e le attività commerciali, artigianali ed industriali; ma se ci si sposta nelle vie più interne non si può che restare affascinati dai paesaggi naturali della campagna e essere trascinati nella memoria storia dei ricordi dei nonni e dei bisnonni che raccontano le misere condizioni di vita in cui vivevano, il duro lavoro di ogni giorni e le loro case. Sprazzi di questi edifici si possono ancora vedere nelle campagne, abitazioni non ristrutturate tipiche delle famiglie contadine o isolati casoni dal classico tetto di canna palustre costruiti con impegno e tenacia di cui un tempo era ricca questa terra.

Pagina aggiornata il 07/06/2024

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